«Ci sono due lasciti durevoli che possiamo dare ai nostri figli. Uno sono le radici. L’altro sono le ali».

Tra i mestieri della vita quello dell’essere genitori è certamente il più estenuante, estasiante, esilarante, perché condensa in sé la pienezza dell’esistenza e la complessità, incertezza e imperfezione degli esseri umani. Ora condannati, ora assolti, i genitori sono quasi sempre chiamati in causa nei processi adolescenziali quali parti lese o inconsapevoli carnefici, dimenticando quanto la logica causa-effetto e la dicotomia colpevoli-colpiti ci allontani dalla possibilità di comprendere e “riempire di senso” il disagio che taluni adolescenti percepiscono, nell’affrontare le incognite della vita senza sentire di avere gli strumenti adatti. 

L’adolescente si trova a vivere una fase liminale, una sorta di limbo in cui non è più ciò che era e non è ancora ciò che sarà. Sosta sul confine, talvolta combattuto, talvolta incoraggiato dal desiderio di proseguire il cammino della vita. E allora si ferma, torna indietro, poi prosegue; rischia di perdersi in scorciatoie che conducono a sentieri impervi e distruttivi; spesso si arrende, scegliendo la strada più facile o cedendo la bussola a qualcun altro o a qualcos’altro.

Ma esiste davvero il tempo per sostare? Abbiamo la pazienza di fermarci e il coraggio di sostare nelle difficoltà? La sosta si scontra oggi con la frenesia e la fretta di una società che non ha tempo, non può perderlo, non deve sprecarlo, non sa come “ingannarlo o ammazzarlo”. E così, nel grande supermercato dei rimedi immediati per la mancanza di senso, l’impazienza e l’ansia del vuoto si innestano disordini alimentari, azioni di bullismo e cyberbullismo, condotte di abuso.

Furio Ravera, psichiatra e psicoterapeuta, prova ad aprire un dialogo sulle più comuni difficoltà dei ragazzi, tendendo la mano all’universo genitoriale, nel libro “Anime adolescenti. Quando qualcosa non va nei nostri figli. Come accorgersene e cosa fare”. L’autore prova a rispondere in chiave pratica e diretta ai dubbi e alle domande di molti genitori che, mossi dal desiderio di aiutare i figli, finiscono per lanciarsi in un’affannosa, frenetica e spesso inconcludente corsa agli armamenti, dimenticando che «l’incontro con i figli al momento della nascita è un incontro fra sconosciuti con un legame indissolubile».

Per certi versi, infatti, come alla nascita i bambini sono impegnati in un gigantesco processo di conoscenza, cosi nella fase adolescenziale i ragazzi, e di riflesso i genitori, sono esposti ad una riformattazione generale del proprio hard disk emotivo, cognitivo e relazionale, indispensabile per dar spazio a nuovi programmi e linguaggi interpersonali. Ciò che tuttavia rappresenta una costante è il legame indissolubile che anima il rapporto genitori-figli; un legame vitale che, seppur rimodulato in termini di vicinanza e distanza, di sì e di no, di dialogo e spazi di decisione adulta, è la risorsa più preziosa ed efficace per intercettare e supportare giovani in difficoltà.

Esserci, provando a non colpevolizzarsi come genitori né a sminuire il proprio senso di inadeguatezza; piuttosto servirsene come spinta all’azione e faro emotivo nella relazione con i figli. D’altronde non c’è sistema vivente che non attraversi crisi e rotture riuscendo, proprio in ragione del legame che connette i suoi componenti, a riorganizzarsi e superare le avversità.  Così come non esistono genitori che non siano stati figli.

La famiglia, in quanto sistema, possiede la medesima ricchezza ma spesso necessita di un aiuto esterno, di uno sguardo altro che la supporti nella ricerca dei suoi giacimenti. L’autore si offre di accompagnarci, con fermezza e serenità, in questo viaggio attraverso il burrascoso tunnel adolescenziale, per aiutarci a disseppellire i tesori che ciascuna famiglia custodisce.

Buona lettura!

 

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