L’ Italia è agli ultimi posti in Europa per durata del congedo di paternità. Sul primo gradino del podio Spagna e paesi scandinavi, che staccano anche i modelli tedesco e francese. Sotto la spinta della direttiva europea 2010/18/UE è stato introdotto in Italia nel 2012 il congedo obbligatorio parentale per i papà. Inizialmente era stato previsto un congedo di un solo giorno, ma negli anni è stato progressivamente allungato. Con la legge di bilancio 2021, i papà  possono essere presenti alla nascita del proprio figlio e magari restare a casa i primi giorni dopo la nascita non più solo 7 giorni ma 10 usufruendo proprio del congedo di paternità.  

Nel corso delle prime settimane di vita del bambino,  il padre ha il compito importante di favorire la costruzione di un legame positivo tra la madre e il piccolo, stando vicino alla propria compagna, facendosi carico di esigenze pratiche e di alleviarne la fatica e la stanchezza. Se tali aspetti sono di fondamentale rilevanza (soprattutto nel periodo immediatamente successivo al parto e nel favorire un buon avvio nell’allattamento e nell’accudimento del bambino), è altrettanto importante che il padre non si limita solo a proteggere il legame tra la madre e il bambino, ma diventa  parte attiva della nuova famiglia che si sta formando. In questo senso è utile che anche il papà abbia modo di costruire un suo personale e speciale legame con il piccolo, attraverso attività dedicate al bambino quali nutrirlo, fargli il bagnetto, cambiarlo, farlo addormentare. La creazione di questo legame e lo svolgimento di queste attività di cura, saranno facilitati se, fin dalla gestazione, la coppia si sarà abituata a condividere preoccupazioni, decisioni e dubbi attinenti alla genitorialità. In questo modo i genitori saranno in grado di sostenersi a vicenda, si sentiranno entrambi partecipi e competenti nell’accudimento del bambino, riducendo la probabilità di sviluppare vissuti di inadeguatezza o emozioni negative connesse al proprio ruolo genitoriale. Perché ciò avvenga è importante che entrambi i genitori abbiano la possibilità di sperimentarsi in un rapporto uno a uno con il piccolo, individuando le proprie modalità per prendersene cura e per consolarlo; una buona soluzione per raggiungere questo obiettivo è che entrambi abbiano occasione di trascorrere del tempo da soli con il bambino, in modo da sviluppare il proprio legame senza sentirsi giudicati e al contempo per consentire al partner di dedicare un po’ di tempo a sé stesso.

In alcune occasioni può accadere che l’arrivo di un bambino acuisca o generi contrasti di coppia o circoli viziosi negativi; questo avviene, in particolare, quando nella coppia c’è poca comunicazione e sono presenti aspettative diverse sulla gestione familiare e del piccolo (ad esempio, se la gestione del bambino è affidata esclusivamente alla madre, può accadere che la donna si senta affaticata e poco sostenuta e che, al contempo, il padre possa avere difficoltà nel costruire un proprio legame con il bambino, sviluppando la tendenza a estraniarsi dalle vicende familiari per evitare critiche o frustrazioni).
Quindi, l’importanza del congedo per il  papà di prendersi cura del proprio figlio mantenendo il posto di lavoro  ricevendo in busta paga il 100% dell’intera retribuzione è tanta . Il congedo obbligatorio è da fruire anche in via non continuativa, entro i cinque mesi di vita o dall’ingresso in famiglia o in Italia (in caso, rispettivamente, di adozione o affidamento nazionale o internazionale del bambino). Tra l’altro è possibile usufruire  dello stesso anche nel caso di morte perinatale del figlio. Ovviamente sono tenuti a presentare domanda all’INPS solamente i lavoratori per i quali il pagamento delle indennità è erogato direttamente dall’INPS stesso. Nel caso in cui invece le indennità siano anticipate dal datore di lavoro, i lavoratori devono comunicare in forma scritta al proprio datore di lavoro la fruizione del congedo di paternità, senza necessità di presentare domanda all’Istituto. In quest’ultimo caso, infatti, il datore di lavoro comunica all’INPS le giornate di congedo fruite, attraverso il flusso Uniemens.

 

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