Ricordati di me è un  ritratto di famiglia ma soprattutto una riflessione sull’infelicità, sul sentirsi soli e non apprezzati. Muccino con questa nuova pellicola ci conduce alla scoperta delle profonde frustrazioni di una coppia adulta. Dove sono finiti i sogni e le aspettative di un tempo? Nascosti dietro anni di routine e di lavori insoddisfacenti, ma nel giro di poco tempo tutto riaffiora alla mente e gli equilibri si sfasciano.

Una voce fuori campo ci presenta la famiglia Ristuccia: Carlo (Fabrizio Bentivoglio) ha sempre voluto scrivere un libro ma è intrappolato in un lavoro che non apprezza e in una routine senza scampo; Giulia (Laura Morante) avrebbe sempre voluto fare l’attrice teatrale, ma è troppo insicura e ansiosa e sembra aver accantonato quel pensiero; i figli Paolo (Silvio Muccino) e Valentina (Nicoletta Romanoff) vivono la stessa crisi dei genitori e cercano disperatamente di farsi notare e di realizzare le proprie ambizioni. Paolo vuole conquistare una ragazza e Valentina vuole entrare nel mondo televisivo come ballerina. 

Improvvisamente tutti sembrano ricevere un’opportunità per cambiare la propria vita. Un incontro con una donna del passato (Monica Bellucci) spingerà Carlo a tradire la moglie e a riscoprire i propri sogni di scrittore, un’audizione per Giulia e un appuntamento per Valentina saranno l’occasione per mettersi in gioco. 

“Ma tu come mi vedi? Cosa pensi di me?” Lo chiede Paolo a Valentina, Valentina a Paolo, Carlo a Paolo. Queste domande non ricevono una risposta che valga davvero qualcosa. Carlo, Giulia, Paolo e Valentina sono alla ricerca di se stessi. Più che la loro identità stanno cercando di affermarsi e di raggiungere i propri sogni. Non comunicano mai eppure, uno alla volta, si pongono le stesse domande. Che cosa desiderano, in fondo, i personaggi? 

Valentina tenta in tutti i modi possibili di accedere al mondo televisivo, rappresentato con superficialità e pochezza da un conduttore senza scrupoli e solo quando riuscirà nel suo intento si sentirà forte e felice; Carlo legge il suo manoscritto ad Alessia, sperando in un po’ di comprensione e di amore, anche se ciò che ascoltiamo sono solo i passaggi di un racconto rassegnato e triste, che tuttavia non trova mai una reale compiutezza (l’eterna frase di Carlo “eh ma uno di questi giorni lo finirò” ne è la prova); Giulia vuole e non vuole tornare a recitare e i continui dubbi e tentennamenti la spingeranno tra le braccia del regista teatrale che, in realtà, è gay, nel disperato tentativo di essere ascoltata e accolta; Paolo è un adolescente che desidera essere amato dalla ragazza che ama e forse è l’unico che troverà la propria felicità, alla fine, innamorandosi di un’altra persona che lo farà sentire realmente accettato. 

Gabriele Muccino riesce perfettamente a trasmettere il significato del film: il profondo bisogno di essere amati e apprezzati e di essere, in fondo, ricordati. Nessuno riesce a realizzarsi da solo, ha bisogno dello sguardo dell’altro per vedere con chiarezza la vera immagine di sé.

Se c’è una cosa che è chiara, è che nella vita si merita di essere amati, valorizzati e rispettati, e ciò non fa di sé un egoista ma significa volere che la propria anima sia in grado di ridere e che il proprio cuore sia contento di aver trovato il proprio posto nel mondo.

Ripetere a noi stessi queste parole a voce alta non è segnale di pazzia né tanto meno di presunzione.

Dichiarare e convincerci che meritiamo di essere amati come se fossimo la cosa più bella che un’altra persona abbia mai visto, ci arricchisce.

L’essere rispettati e valorizzati non è un privilegio: si tratta di un diritto che tutti hanno.

Chi merita di essere amato deve anche essere in grado di amare a sua volta, di saper riconoscere l’altro come parte di se stesso. E’ un atto di libertà e d’espressione personale che ci rende grandi e che tutti si meritano di vivere.

Tutti hanno bisogno di essere amati dai propri cari, a iniziare dalla propria famiglia, poi dalle amicizie e, ovviamente, anche dal proprio partner. Un partner che sia capace di dare un amore cosciente, maturo e reciproco.

L’amore che riconosce e valorizza il figlio, il partner o l’amico offre radici su cui crescere e con le quali afferrarci bene alla terra, per poter fiorire in armonia, sia dentro sia fuori.

Non ci resta che augurarvi …….

BUONA VISIONE!!!!

 

 

 

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